Denervazione delle Faccette Articolari con Radiofrequenza
Presso la Neurochirurgia dell'Ospedale Marino di Cagliari - Sardegna-, i chirurghi vertebrali del Reparto praticano le più moderne tecniche di terapia percutanea mininvasiva per la cura del dolore lombare e cervicale. Il 24% della popolazione soffre di male alla schiena, il che s'ingnifica che più di 200 mila persone in Sardegna hanno tale problema. Il mal di schiena dovuto a lomabalgia e cervicalgia è un evenienza molto frequente ed è causa di importanti disabilità. La cura di tale patologia, quando indicata, è fattibile con procedure mini invasive percutanee. La chirurgia mininvasiva può al giorno d'oggi essere di grande aiuto e talvolta è la migliore cura per i pazienti affetti da lombalgia e/o cervicalgia, questa semplice metodica risolve il dolore alla schiena senza essere sottoposti ad un intervento maggiore (in anestesia generale) e aiuta anche a sospendere i farmaci analgesici presi cronicamente per ridurre i dolori di origine vertebrale dovuti ad artrosi e discopatie (protrusione discale)
Come posso sapere se il mio dolore lomare o cervicale è dovuto alle faccette articolari?
Il dolore che origina dalle faccette articolari, lombalgia e cervicalgia, è di solito un dolore lombare che viene peggiorato dall’estensione della colonna vertebrale. Il dolore può essere sordo o acuto, continuo o legato ai movimenti. Tipicamente peggiora con i primi movimenti della colonna al mattino. Può irradiarsi alle cosce e ai glutei. Il medico neurochirurgo eseguirà una attenta visita medica e confermerà il sospetto valutando le immagini radiologiche. La certezza della diagnosi però è successiva alla risposta positiva alle infiltrazioni delle faccette articolari. Infatti, dopo avere diagnosticato un dolore che origina dalle faccette articolari, il medico eseguirà delle infiltrazioni con anestetico locale e cortisone delle faccette interessate. Occasionalmente il paziente può vere un beneficio a lungo termine. Ma se il dolore ritorna dopo un breve periodo, si può porre l’indicazione ad eseguire la termolesione del nervo delle faccette articolari.
Cos’è la denervazione delle faccette?
La denervazione delle faccette articolari delle vertebre (anche detta termolesione, neurotomia, neuroablazione o neurolisi termica) utilizza un tipo particolare di energia, detta radiofrequenza, per interrompere temporaneamente la trasmissione elettrica dei nervi che trasmettono il segnale dolorifico dalle faccette. Il nervo di Luska è chiamato branca mediale e ogni faccetta riceve l’innervazione dal nervo che origina da due diversi livelli.
Come viene eseguita la procedura?
La denervazione delle faccettearticolari vertebrali viene eseguita di solito in day-hospital o day-surgery e dura circa 45 minuti. Durante la procedura verranno monitorati i parametri vitali (elettrocardiogramma, pressione arteriosa…). Verrà utilizzato un apparecchio detto amplificatore di brillanza (o fluoroscopio) che consentirà al medico di vedere la colonna vertebrale e quindi le strutture da raggiungere. Dopo avere eseguito una anestesia locale della cute, verrà posizionato un ago in corrispondenza del punto di passaggio della branca mediale. Per confermare l’esatta posizione dell’ago verrà mandata una stimolazione sensitiva (che il paziente dovrà avvertire come se fosse un imitazione del suo dolore) e una stimolazione motoria (per verificare che l’ago non sia in vicinanza di un nervo diverso). Ciò è indispensabile per ridurre i rischi di complicanze. Infatti se il paziente dovesse sentire la stimolazione in un’area diversa da quella del dolore usuale, dovrà avvertire immediatamente il medico, che procederà quindi a posizionare meglio l’ago. Una volta confermata l’esatta posizione dell’ago, si eseguirà una anestesia locale del nervo e si procederà quindi alla termolesione, che verrà eseguita somministrando, tramite la punta dell’ago, la radiofrequenza al nervo. La lesione dura circa un minuto per nervo e, di solito, non è dolorosa. È necessario che il paziente sia sveglio e collabori con il medico per avvisarlo se dovesse sentire qualche stimolo alle estremità.